L E S T A G I O N I D I
C E S E N A T I C O
La nostra città
di Elisa Panzavolta
È buio. Il mare è agitato. Le onde spumeggianti si infrangono sugli scogli. Il vento freddo solleva la sabbia di una spiaggia deserta, si insinua nel molo, scuote le reti dei capanni da pesca, corre tra le vie del centro graffiando le case, fa tremare gli alberi, suona passando tra gli ormeggi delle barche e le vele ripiegate, ruggisce, impetuoso, mentre incalza le onde sul porto. E poi tutto tace. I pescherecci ondeggiano vuoti, ormeggiati alle sponde del porto. È una mattina d'inverno, dopo una notte di burrasca e, a Cesenatico, è tutto fermo e silenzioso, come congelato dalla gelida notte passata. Si può udire solo il fruscio di una foglia, l'ultima del ramo, che, fragile, si adagia sul terreno bagnato. Poco più in là un foglio di giornale rotola sul lastricato, si ferma, sbatte su un lampione del porto, riprende a svolazzare, cade dalla sponda del canale, si impiglia tra le cime di una barca, scivola sul legno bagnato, sorvola per un poco la superficie dell'acqua, tocca il mare, si inzuppa e si ferma: non può più volare. Di nuovo silenzio.
Un debole raggio di sole compare all'orizzonte, dietro al grattacielo e, a poco a poco, qualche finestra si apre, una voce lontana richiama al lavoro, le campane della chiesa svegliano la città, che risorge dal torpore dell'inverno. Nel parco un bocciolo ancora chiuso fa capolino dal terreno scrollandosi via la brina del mattino. Il sole scalda i tetti delle case e risveglia gli alberi, che fanno spuntare le gemme. In mare una rete viene gettata da una barca, nel parco i bambini giocano a palla, sulla spiaggia si apre qualche ombrellone, nel centro cittadino le tende del mercato affollano le strade. La primavera a Cesenatico è una calda mattina, un dolce risveglio, colori vivaci e profumo di fiori.
A mezzogiorno le vele sono spiegate, il sole è alto nel cielo, una moltitudine di gente affolla il porto canale, agita le mani salutando le barche che escono dal porto. La spiaggia ora è un tappeto di ombrelloni colorati. I bambini affollano la battigia con giochi, schiamazzi, risate e allegria. C'è aria di festa e i musicisti suonano per le strade, ora colorate dalle tovaglie stese sui tavoli: tutto è pieno di vita. È l'estate di una città di vacanza.
Poi, piano piano, il rumore della gente è meno assordante e il tintinnio dei calici che brindano e delle posate sui piatti si affievolisce. Sulla spiaggia qualche ombrellone si chiude e il rumore delle racchette sulle palline è meno frequente. Il sole sta scendendo, ora è dietro al campanile della chiesa e il cielo si tinge di rosso. Qualche finestra del centro si chiude e i commercianti del mercato ripiegano le bancarelle. Una barca rientra nel molo e la vela, che prima era gonfiata dal vento, è chiusa e avvolta sull'albero. Uno alla volta, gli ombrelloni che coloravano la sabbia si chiudono. Ora è quasi buio sulla città, ma nelle vie del centro c'è ancora qualche luce sui tavoli: sono le ultime. A Cesenatico l'autunno porta malinconia. La folla, che poco prima riempiva le strade e la spiaggia, se ne va via e la città a poco a poco s’assopisce. Sta avanzando il buio, ma qualche stella risplenderà nel cielo e la luna illuminerà per tutta la notte questa città di mare.